Milano Fashion Week Uomo SS24
È diventato un rituale il saluto della Signora, Miuccia Prada, alla fine delle sue sfilate.Ancora da sola per MiuMiu e in coppia con Raf Simons per la direzione creativa di Prada.
Per la Milano Fashion Week Uomo SS24 conclusasi lunedì 20 giugno, prima di fare la loro consueta comparsa, ci hanno presentato una collezione ricca di silhouette sartoriali abbinate a spalle importanti bilanciate brillantemente da pantaloni corti a vita alta non orlati sul fondo, il tutto alternato da camice floreali funky, montature di occhiali dal design futurista, gilet da pescatore con tasche di diverse grandezze e impermeabili doppiopetto con colletto a contrasto.
Elementi di work wear e quiet luxury diventano i padroni della fashion week milanese.
Ci troviamo davanti ad una moda che vede l’uomo capace di esporsi in tutte le sue sfaccettature, in grado di indossare qualunque cosa lo faccia stare bene mostrando anche le proprie debolezze.Sono diventate collezioni sempre più fluide.
Basti pensare a Jordanluca, duo formato da Jordan Bowen (UK) e Luca Marchetto (Milano) nato a Londra nel 2018. Sabato ci hanno portato in una dimensione avvolta in una luce rossa intensa con modelli e modelle che a grandi falcate percorrevano la passerella.
Qui non sono mancate gonne a pieghe di pizzo e non, pantaloncini cortissimi, vestiti che emulavano il tessuto bagnato, canottiere sottosopra, giacche oversize e orecchini e collane dagli spuntoni enormi.
Cerchiamo però ultimamente di dare a tutti i costi una definizione di mascolinità, di incasellare questo concetto e di lasciarlo lì immobile, latente e etichettato.
Ma è qualcosa di molto più ampio, ricco e personale. Come infatti dice Luchino Magliano, vincitore del Karl Lagerfeld prize 2023: “La nostra ossessione è sempre stata quella di de-costruire l’identità maschile come la conosciamo; ecco perché abbiamo iniziato a fare quello che facciamo.” “ È un atto di pura gioia, schiacciando felicemente una certa idea di maschile”.
Così Magliano ha presentato il suo manifesto crudo, un’ode alla sua Bologna e alla sua cultura underground. L’esperienza stessa del designer Luchino Magliano diventa il cardine della sua collezione.
Dove gli elementi principali di questa stagione sono bomber, giacche a vento tecniche, indumenti da lavoro, denim logoro e indumenti più sartoriali, gli stessi che un tempo si era soliti indossare di domenica.
Anche il casting nelle sfilate di Magliano è inaspettatamente controcorrente, sicuramente molto in linea con l’idea di street casting di stampo Margieliano. Lo styling della collezione invece lo dobbiamo alla stylist Elisa Voto.
La moda è mutevole, giocosa per JW Anderson; audace per Dolce & Gabbana con lo styling di Simone Rutigliano; divertente per Loverboy di Charles Jaffrey; impeccabile per Zegna di Alessandro Sartori.
Possiamo essere, attingere o definirci una o tante cose di questo panorama polimorfo nella maniera che riteniamo più consona a noi stessi.