Perché la Birkin di Hermès è la borsa più iconica e irraggiungibile di sempre?
La moda dà, la moda toglie. Se da un lato è da tempo che ci si riempie la bocca con parole come democratizzazione e inclusività, quello che ci stanno insegnano i fatti più recenti è che quest’aria da comunità solidale è soltanto una fiaba che il fashion system si e ci sta raccontando. Guardare ma non toccare, sembra invece essere il motto più adatto. L’ultimo episodio che lo ha reso evidente è quello che sta coinvolgendo in questi giorni la maison di moda francese Hermès, accusata di abusare del proprio potere di mercato per vendere la sua borsa più iconica: la Birkin Bag. Per chi non lo sapesse, infatti, prima di poter anche solo lontanamente pensare di riuscire ad avere il proprio nome scritto in una lista d’attesa che traghetta verso l’acquisto – spesso lunga anche alcuni anni –, devi essere già in possesso di altri items firmati dal brand e aver superato un accurato processo di selezione che ti riconosce come meritevole di indossare una loro borsa.
Ma cosa, negli anni, ha reso una Birkin l’oggetto ultimo del desiderio di ogni fashionista? Sicuramente l’inconfondibile design – in grado di fondere comodità ed eleganza –, ma soprattutto una storia degna di essere raccontata. Era il lontano 1983 quando, su un volo Air France partito da Parigi e diretto a Londra, Jean Louise Dumas – allora presidente e direttore creativo della maison - incontra l’attrice Jane Birkin. «Nessuna borsa è in grado di contenere tutti i miei fogli», dice lei a un certo punto, quanto tutto il contenuto della sua borsa si rovescia. Di qui l’idea e la promessa di realizzare appositamente per lei un nuovo accessorio, classico e capiente al tempo stesso, che potesse permetterle, da quel momento, di affrontare ogni suo viaggio in assoluta comodità.
La borsa, inevitabilmente nata nella tonalità vibrante dell’arancione Hermès – e successivamente declinata nelle sfumature e nei materiali più diversi – è passata alla storia non solo per essere stata indossata da una delle dive più sensuali di fine Novecento, ma anche per una serie di eventi che ne hanno determinato il successo all’inizio e confermato la sacralità in seguito. Si pensi solo alle aste da record: nel 2005 la Birkin Nilo Crocodile, in pelle di coccodrillo e decorata con ben 245 diamanti, è stata venduta alla cifra di sessantacinque mila dollari; una decina di anni più avanti, invece, un’asta battuta da Christie’s ha ulteriormente alzato il prezzo di vendita, permettendo a una Birkin di guadagnarsi il titolo di borsa più cara al mondo, grazie ai trecentomila dollari spesi da un offerente privato. Primato durato troppo poco: l’anno successivo, infatti, a Hong Kong una Himalaya Birkin rarissima ha chiuso il giro di offerte sfiorando i quattrocentomila dollari, segnando un record rimasto ancora oggi imbattuto.
Il fascino inconfondibile della Birkin è stato poi sfruttato dalla cultura di massa, che ne ha consacrato l’iconicità, avvicinandola a un pubblico più generalista. L’abbiamo vista e sentita nominare sul grande e piccolo schermo: da Midnight in Paris di Woody Allen, passando per Gossip Girl e Sex and the City, dove Samantha fa carte false per saltare la lista d’attesa dopo aver scoperto che avrebbe potuto aspettare anche cinque anni per averla tra le mani, da cui quello scambio di battute concluso dall’iconica frase «It’s not a bag. It’s a Birkin».
Oggi la vediamo appoggiata al braccio di tantissime celebrities, a suggellare tanto gli outfit più street-style, quanto i più sofisticati: da Kim Kardashian, Jennifer Lopez e Irina Shayk, fino ad arrivare a Victoria Beckham, che ha confessato di possederne un’intera collezione da un milione e mezzo di sterline. Donne, ma anche uomini. Trevis Scott, per esempio, ha di recente sfoggiato una Birkin in formato XXL: si tratta del modello Cargo – del valore stimato di ottantamila euro – il più grande attualmente in vendita, lungo circa quaranta centimetri e la cui peculiarità risiede nelle molteplici tasche presenti su tutta la struttura di pelle bianca e nera. E per non dover sempre attraversare l’oceano per scovare i look più accattivanti, basta fare un passo indietro di meno di due mesi, per incontrare l’italianissimo Ghali vivere la sua avventura sanremese con una mano stretta all’alieno Rich Ciolino e l’altra impegnata a impugnare niente meno che una Birkin, naturalmente.
Oggi, restare turbati dalla scoperta dei retroscena relativi alla vendita di questa borsa è lecito, ma la domanda da porsi non è quanto siamo scandalizzati, ma piuttosto: la desidereremmo davvero così tanto se fosse più raggiungibile di così?