Combattere il razzismo con moda e arte. La limited edition di Axept x Simone Fugazzotto

Combattere il razzismo con moda e arte. La limited edition di Axept x Simone Fugazzotto

One Love è il nuovo progetto di Axept, una limited edition creata in collaborazione con Simone Fugazzotto, con la partnership di SOS Razzismo Italia, per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale. In occasione del lancio, il brand ha organizzato un evento esclusivo a cui abbiamo partecipato, scambiando due chiacchiere con i protagonisti.

La cornice è quella dell’atelier dell’artista Simone Fugazzotto, un luogo che non sembra appartenere alla realtà meneghina, ma catapulta il visitatore nei loft di New York che con il tempo sono diventati l’emblema del laboratorio creativo per eccellenza. L’idea di organizzare il lancio della limited edition in un luogo così pregno di arte e ispirazione ha reso l’evento un’esperienza quasi fuori dal tempo, tanto da sembrare la scena di un film o un aneddoto di Andy Wharol. In questo contesto abbiamo avuto modo di farci raccontare direttamente da Matteo Margini, Giuseppe Galasso,rispettivamente Managing Director e Brand Director di Axept, e da Simone Fugazzotto l’idea dietro a questo progetto tanto impegnato quanto innovativo.

Giuseppe Galasso, Simone Fugazzotto e Matteo Margini

Axept non è solo un brand di sneaker, ma un vero e proprio manifesto di inclusione.  Cosa vi ha spinto a collaborare con Simone Fugazzotto per questa edizione limitata?

 ll nostro design si rivolge a tutti, abbattendo le barriere di genere attraverso modelli che siano un’espressione di stile e di libertà, per questa ragione abbiamo scelto di collaborare con Simone Fugazzotto perché la sua arte, intensa e simbolica, incarna i valori di Axept. – hanno spiegato il Managing Director e Brand Director di Axept -. La sua rappresentazione della scimmia come metafora della condizione umana ci invita a superare pregiudizi e stereotipi, spingendoci a riflettere su cosa significhi davvero essere parte di una società inclusiva. Con questa edizione limitata, vogliamo diffondere un messaggio di uguaglianza e consapevolezza, utilizzando il linguaggio dell'arte per abbattere barriere e promuovere un cambiamento reale.

Il progetto prevede anche una donazione a SOS Razzismo Italia. Qual è il ruolo dell’attivismo nel vostro brand e come pensate di portare avanti il messaggio di inclusione in futuro?

Entrambi abbiamo lavorato in grandi realtà dove tematiche come l’inclusività vengono spesso discusse, ma raramente approfondite in modo concreto. Sentivamo il bisogno di creare qualcosa che fosse realmente coerente con questi valori. AXEPT nasce proprio dalla volontà di colmare un gap nel settore e di portare un cambiamento significativo. Proprio perchè l'inclusione e l'attivismo per noi non sono solo principi astratti, ma un impegno concreto che si traduce in azioni reali, abbiamo scelto perciò, di devolvere parte del ricavato della nostra capsule collection a SOS Razzismo Italia, sostenendo il loro lavoro nella lotta contro le discriminazioni. Crediamo che la moda possa essere uno strumento di cambiamento e continueremo a portare avanti il nostro messaggio attraverso collaborazioni, iniziative di sensibilizzazione e progetti che promuovano una società più equa e accogliente.

La conversazione è poi virata ad analizzare la parte più prettamente artistica del progetto rivolgendoci a Simone Fugazzotto.

La tua arte è nota per il forte impatto visivo e il simbolismo legato alla figura della scimmia. Come hai interpretato questo concetto nella collaborazione con Axept con il design di questa sneaker?

Era un'idea come concept che avevo da tanto tempo, perché era da tanto che volevo fare una sneaker e non avevo ancora avuto la possibilità. Axept mi ha dato questa opportunità, quindi le idee ce le avevo abbastanza chiare. È stato tutto giocato sull'armonia di sentimenti contrastanti che indirizzano poi la nostra vita. Questo è sintetizzato semplicemente, anche ingenuamente, nell’odio e nell'amore, ma in realtà può essere il fallimento e il successo, la gioia e il dolore che proviamo in generale, ma anche a livello quotidiano. Sono le difficoltà e i momenti di euforia che contraddistinguono il nostro percorso. Le scarpe servono per camminare, andare avanti (si spera).  E questi due sentimenti sono proprio la base di tutta la nostra vita.

Ma guardiamo ai dettagli di questa collaborazione. Il mismatch è un elemento chiave sia nelle sneaker Axept che nel tuo stile artistico.  Come hai lavorato per integrare la tua visione con quella del brand in questo progetto?

Il mismatch sicuramente è un tratto distintivo del brand di Axept, perché le scarpe, nel loro essere asimmetriche, nel loro essere diverse, in realtà hanno un’armonia comune. Quindi stanno bene, nonostante ci siano delle differenze. Questo carattere io lo vedo principalmente nel mio modo di raccontare l’essere umano, perché io lo racconto con la figura più simile, ma comunque diversa, che è lo scimpanzé. A livello di DNA, è l'essere vivente più vicino a noi, però è un contrasto che crea valore e che quindi dà ancora più forza al messaggio che voglio dare io. E nello stesso modo lo fa Axept con la scarpa.

E in che modo, invece, questa sneaker rappresenta il tuo messaggio e quale impatto speri che abbia su chi la indossa?  

La speranza e l’impatto che spero possa avere è l’idea che tutti noi abbiamo delle divergenze e delle difficoltà nell’accettare lati di noi stessi come qualcosa che è al di fuori di noi, che è differente da noi. Quindi una religione diversa, un colore della pelle diverso, un orientamento sessuale diverso. L’idea che questa differenza sia chiave per l’evoluzione di questa specie, sia chiave per fare pace con noi stessi, è il significato più alto che possa avere questa sneaker. E, di conseguenza, anche le opere che ho pensato.

One Love, dunque, è un progetto che vuole promuovere il bello a 360°, tra made in Italy, arte e sensibilizzazione sociale. Un modo nuovo e accattivante per rendere il mondo della moda un posto migliore, non più solo attraverso le parole ma con i fatti.