Intervista a Luisa Bertoldo
Non ho dubbi sull’epiteto da attribuire a Luisa Bertoldo: una donna dal multiforme ingegno. Tante sono le forme che Luisa dà alla sua vita e altrettante le virtù che possiede. Scopriamo insieme qualcosa in più su una delle personalità più interessanti della scena milanese.
Se dovessi spiegare a un bambino qual è il tuo lavoro, come glielo descriveresti?
Come spiego sempre a mia figlia, aiuto le aziende a raccontarsi nel modo migliore, a far scoprire alle persone giuste quello che hanno ideato e prodotto.
Alcune aziende richiedono un lavoro più impegnativo, perché devo osservarle, studiarle, capire cosa desiderano, ma anche cosa non funziona nei loro prodotti o nella loro narrazione, e poi creare un nuovo percorso che le valorizzi e migliori.
In altri casi sono già “risolte” e mi chiamano perché vogliono un passaparola che le renda ancora più conosciute.
Come è nata l’idea di Bagni Luisa?
Per 15 anni mi sono occupata di ufficio stampa e periodicamente dovevo presentare le collezioni moda e non solo, ma trovavo il sistema di racconto usato allora poco stimolante e interessante. Ho quindi inventato un luogo immaginario, chiamato appunto Bagni Luisa, dove presentare questi marchi.
Location diverse, con allestimenti dedicati e con un omaggio stampa talmente curato che andava a ruba e veniva addirittura prenotato.
Si trattava di t-shirt, teli mare e altri oggetti che non erano in vendita, cosa che invece feci solo dopo un po’ di tempo grazie all’insistenza di alcuni amici.
Bagni Luisa è diventata quindi una linea di semplici oggetti con una vibe italiana, oggetti iconici che di anno in anno continuano ad essere riprodotti, che non prevedono lanci di nuove collezioni ogni stagione, ma che si possono sempre ritrovare uguali e rassicuranti anche dopo 5 o 10 anni.

Nel contesto del progetto Bagni Luisa è nata anche la linea di ceramiche artigianali Esperia. Puoi raccontarci il processo creativo che c’è dietro?
Dopo aver seguito un determinato percorso lavorativo che mi ha portato per anni a lavorare sempre su strategie, pianificazione e creazione di progetti, dove ho sempre lavorato a stretto contatto con i creativi, ho sentito personalmente la necessità di mettere “le mani in pasta”, sia dal punto di vista creativo che dal punto di vista concreto.
La ceramica mi ha dato tutto questo, mi ha permesso di pensare con le mani per creare con la mente.
Quello che faccio con Esperia, il mio progetto di ceramiche, è dare vita a oggetti e opere che nascono da un lavoro di pulizia mentale di tutto quello che è il mio retaggio di marketing.
So che può sembrare insolito, ma oggi l’esercizio per me più complesso è quello di eliminare tutti i ragionamenti per me automatici di vendita e pubblicità per creare progetti che raccontino il mio spirito.
Quindi oggi posso dire di lavorare in due modi abbastanza opposti: di strategia e pianificazione per i miei clienti aziendali e di impulso e anima per le ceramiche.
Questo mi permette di continuare a trovare stimolanti questi due mondi e così non mi annoio mai.

Sul tuo sito ufficiale, nella tua bio, parli dell’importanza dell’empatia come approccio al mondo della comunicazione. Che cos’è per te l’empatia e come la metti in pratica nella vita quotidiana?
Quando si affronta l’analisi di un'azienda, non si possono solo applicare le proprie conoscenze, esperienze e regole della comunicazione, ma si deve per prima cosa cercare di capire come funziona quel micro o macro sistema, quali siano gli equilibri o disequilibri interni e chi sia o siano le persone che la dirigono.
Perché le regole non sono applicabili a tutti e le problematiche sono sempre così tante che si deve lavorare anche andando oltre a "quello che funziona", ma pensando più a ciò che può funzionare in ogni specifico caso.
Nella mia quotidianità, l’empatia è indispensabile, la cerco nelle persone che mi circondano e spesso vedo che si abbina alla generosità, elemento per me fondamentale.
Il tuo profilo Instagram è un patchwork coloratissimo e pieno di vita. Tra tutte le immagini, quelle che ritraggono tua figlia Giovanna sono tra le mie preferite. Cosa vi piace fare insieme quando siete a Milano?

Io amo fare tutto con mia figlia, perché è curiosa, generosa, simpatica e molto creativa.
Si dice che “ogni scarrafone è bell’ a mamma sua” e io confermo la regola perché se potessi, passerei tutto il tempo con lei e con il mio compagno Francesco.
Ma se devo individuare alcune occasioni, di certo abbiamo da sempre il rito del venerdì pomeriggio, giorno in cui ha scuola solo la mattina e dal pranzo in poi stiamo insieme.
Anche se devo lavorare, cerco di tenermi gli appuntamenti più interessanti e piacevoli, dove può partecipare anche lei, o andiamo a vedere mostre, giriamo per la città con i mezzi, poi andiamo a fare merenda in qualche bel baretto, proviamo nuovi ristoranti, compriamo colori, tele, libri o materiali per costruire travestimenti.
Entriamo nei vintage, nelle chiese e in ogni palazzo dove c’è qualcosa di architettonico che ci incuriosisce.
Che cos’è per te la bellezza?
Per me, la bellezza è ciò che nasce in modo naturale.
Cover Credits - Omar Sartor