Intervista a Michela Proietti
Incontro Michela alla presentazione dell’ultima edizione dell’agenda della milanese 2025 alla Feltrinelli in Piazza Piemonte. È un freddissimo sabato di novembre, la libreria è piena di gente e io sono emozionata all'idea di conoscere finalmente 'La Milanese'. Michela arriva con sua mamma e con Hopnob, il suo fedele bassotto. Ci sediamo su delle sedie basse, con la struttura in legno e i cuscini in pelle marrone. Cominciamo con l’intervista e capisco subito che Michela mi piace molto: professionista straordinaria, è una donna con uno spirito di osservazione scevro da pregiudizi, curiosa e attenta agli altri. Non è un caso che Michela abbia scelto Carolina de’ Castiglioni, giovane attrice emergente del panorama milanese, come spalla per presentare la sua agenda nelle varie tappe di presentazione del tour milanese.
Quando hai capito di voler intraprendere la carriera di giornalista?
Da piccola sognavo di diventare avvocato: volevo difendere i più deboli. Dicevo spesso ai miei compagni: "Da grande farò l'avvocato e ti difenderò!". Era un modo di esprimere la mia voglia di aiutare gli altri, un tratto che mi ha sempre accompagnato e che, anni dopo, mi ha fatto guadagnare l'Ambrogino d'Oro. D’altra parte, ho sempre avuto una grande passione per la scrittura, che emergeva anche nei temi scolastici. Ero un’ osservatrice, anche se del tutto negata per altre materie, come la matematica. Intorno ai dieci anni, ho capito che sarei diventata una giornalista e ho orientato tutto il mio percorso scolastico verso questo obiettivo.
Dopo il liceo classico, ho scelto Scienze Politiche, una facoltà che mi ha dato una solida cultura generale e l’opportunità di leggere tantissimi libri. In seguito, ho frequentato il Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo della Rai, a Perugia, la città dove sono nata e cresciuta. Grazie a quella scuola, ho ottenuto il mio primo stage al Corriere della Sera, un’esperienza che rappresentava per me il sogno più bello. È stato un percorso serio e impegnativo, fatto di sacrifici, che però non ho mai vissuto come pesanti: ero felice di ciò che stavo costruendo.
Nel 2020 hai pubblicato La Milanese. Ti aspettavi un successo così grande?
Con una collega ci divertivamo a scrivere articoli su Milano, notando che riscuotevano sempre un grande successo. Questo libro, in realtà, lo avevo già tutto in testa. Osservavo la realtà unica e particolare di Milano, una città che continua a stupirmi ogni giorno. Milano è piena di episodi curiosi, situazioni buffe e dinamiche peculiari, e sentivo il bisogno di condividerle con gli altri. Chi vive a Milano spesso si abitua, ma per chi viene da fuori è davvero un altro mondo, con un modo diverso di vivere, mangiare, fare sport e soprattutto vestirsi.
Non dico che Milano sia la città più bella del mondo, perché ha i suoi problemi, primo fra tutti il costo della vita, ma rimane un luogo affascinante. La mia amica Martina Mondadori mi diceva di recente che Milano è a un bivio: potrebbe diventare una Montecarlo, tutta lusso ma senza creatività, o una Londra, dove il fermento creativo resta centrale. Continuo a trovarla bellissima. Questo è il momento dei club esclusivi, dove tutti cercano di essere ammessi o farsi invitare anche solo per dire “Anche io sono stato lì”. Questo mi diverte molto.
Nel 2022 hai ricevuto l’Ambrogino d’Oro. Cosa ha significato per te?
È stata un’emozione unica. Ricevere un premio così prestigioso da una città che non è la città in cui sono nata, nel pieno della mia attività, è stato un grande riconoscimento. Mi sono detta: "Questo non è un punto di arrivo, ma un nuovo inizio". Milano mi ha premiata e sento di dover fare tutto il possibile per ringraziarla.
Il giorno della cerimonia, al Teatro Dal Verme, è stato davvero speciale. L’Ambrogino non è solo un premio glamour, ma un riconoscimento alla concretezza e all’operosità lombarda. Ricordo di aver scelto con cura cosa indossare: una mantella nera con una spilla importante. Ringrazio ancora il Comune per questo onore, che considero un grande stimolo a fare sempre meglio.
La rubrica "Attente a noi due" con Lina Sotis, pubblicata sul Corriere della Sera, è una vera chicca. Quanto vi divertite a scriverla?
Adoro Lina! A 80 anni appena compiuti ha un’energia incredibile e non teme mai di esprimere ciò che pensa. La rubrica nasce dall’idea di raccontare Milano da due prospettive: la mia, da cinquantenne, e la sua, con il bagaglio di un’esperienza di vita straordinaria. Ci divertiamo tantissimo. Lei è una donna brillante, attenta a tutto, e mi ha passato il suo testimone con generosità.
Lavorare con Lina è sempre un arricchimento. Ogni volta imparo qualcosa di nuovo: ad esempio, una volta le ho inviato un invito via WhatsApp per una mia presentazione e lei mi ha risposto: "Non si fa, la prossima volta alza il telefono". La gente ci ferma spesso per strada e ci chiede come facciamo a sapere così tante cose su Milano. Senza strategie di marketing, abbiamo creato qualcosa di autentico e, per noi, molto divertente.
Il due ottobre hai presentato L’agenda della milanese 2025 alla Mondadori in Piazza Duomo. Che novità ci sono?
Stiamo presentando l’agenda già da qualche mese, ma ora entriamo nel vivo, visto l’avvicinarsi del Natale, periodo in cui non può proprio mancare.
Anche se non c’è molto spazio per scrivere, una cosa che mi dispiace, ho voluto inserire alla fine di ogni settimana un momento di riflessione e, per ogni giorno, una “parola del giorno”. Inoltre, ci sono le sezioni delle “agendine”, ovvero consigli da parte di donne che, secondo me, hanno un modo di vivere interessante e autentico. Propongono idee su cosa fare con le amiche, con il cane, con il fidanzato o con la mamma.
Pensata per essere facilmente infilata in borsa, decorata con una bordatura dorata (come le Smythson), l’agenda è una vera compagna di viaggio. Non è solo per annotare appuntamenti come visite dal dentista o impegni di lavoro: può essere usata per scrivere che abbiamo ascoltato una canzone che ci è piaciuta, magari per scaricarla poi su Spotify, oppure per riflettere su come ci sentiamo davvero. Ho voluto ispirarmi al concetto del Five Minutes Journal, per spingerci a dedicarci un momento ogni giorno, osservando e annotando il nostro stato d’animo.
Recentemente, sono stata invitata da Campari a festeggiare i 109 anni del Camparino in Galleria e, in quell’occasione, Jacopo Ascari ha personalizzato la mia agenda. Spero che possa diventare anche per voi la compagna di viaggio ideale per il 2025.
Questa agenda rappresenta una costola della mia produzione letteraria, mentre mi preparo a un nuovo progetto: un romanzo edito da Solferino, ambientato a Milano. Dopo un lungo lavoro per definire la trama, ora è tutto pronto. Nel giornalismo, Lina è stata la mia mentore, mentre come scrittrice sono sempre stata affascinata da quegli autori che sanno raccontare la vita attraverso la fiction, descrivendo emozioni, città e luoghi fisici. Voglio scrivere un romanzo in cui tutti possano riconoscersi, mantenendo lo stile identitario e ironico che ho usato in La Milanese, ma mettendo in evidenza anche alcune fragilità della città.
Stiamo anche lavorando alla sceneggiatura per il film di La Milanese, e sono piena di idee e entusiasmo. Per me, un romanzo è una sfida enorme: una vera prova d’autore per mettere alla prova la capacità di costruire personaggi e storie. Guardando gli scaffali delle librerie, mi sono soffermata a pensare quanti libri vengono pubblicati e quanti riescono davvero a emergere. Con La Milanese ci siamo riusciti, ed è una soddisfazione che mi spinge a fare sempre meglio.
C’è un’intervista che sogni di fare?
Ho avuto la fortuna di fare quasi tutte le interviste che desideravo, ma un nome su tutti oggi è Elon Musk. Sarebbe incredibile esplorare i suoi pensieri, capire cosa ha in mente. È un personaggio complesso e geniale, con molte zone d’ombra...sicuramente un’intervista interessante!
Per tutte le altre interviste che faccio, devo molto ad Aldo Cazzullo, un maestro che ha sempre creduto in me. Fare interviste è una delle cose che amo di più: è un momento di arricchimento incredibile e un’occasione per conoscere la vita di una persona e poi poterla raccontare su una pagina di giornale. Ogni intervista è un’esperienza unica, che arricchisce sia chi la fa sia chi la legge.
Questa intervista chiude in bellezza l’anno. Ci rivediamo nel 2025 con l’agenda della milanese etante nuove avventure. I protegonisti delle future cronache della Proietti potreste essere proprio voi...Buone Feste!