Milaneuse Holiday Gift Guide
Sono abbastanza fortunata da poter dire che la mia è stata un’infanzia felice. Ho giocato tanto, ascoltato storie, fatto le marachelle. C’è però un trauma che non credo di aver superato del tutto: i regali di Natale. Tutti voi da piccoli avrete scritto la letterina a Babbo Natale, tutti voi avrete ricevuto almeno uno dei regali desiderati. Io no. Credo che i miei genitori si siano divertiti moltissimo a farmi regali brutti: t-shirt con stampe improbabili, Lego, una volta per la Befana ho addirittura ricevuto un elastico con delle extension rosa… mi consolo pensando che, non avendo ancora dei figli, forse sono in tempo per farmi regalare Cicciobello.
Mille bolle blu
Il Mostro di Firenze e l’uragano Katrina non arriveranno mai a incutere terrore come il regalo di Natale più acquistato da noi italiani, il bagnoschiuma (e se siete particolarmente generosi comprate la confezione combo con la crema per il corpo). Comprendo la ragione alla base di questa scelta scellerata e ammetto che, nel corso della mia vita, mi è capitato di ricevere o fare questo tipo di regalo. Quando non si ha tempo e soprattutto non si ha voglia di pensare a un petit cadeau, il fantasma del bagnoschiuma torna a bussare alla nostra porta. Ma quest’ anno la musica cambia, niente più shower gel scadenti sotto l’albero. E se proprio non potete rinunciare, sceglietene uno di Diptyque, Byredo, Officina Santa Maria Novella.
Sotto il vestito niente
Di questo film del 1985 di Carlo Vanzina conosco solo il titolo e non credo di voler andare oltre. Sarebbe però molto interessante capire perché al secondo posto nella classifica dei regali di Natale più comuni ci siano i fantomatici “completini intimi”. E il fatto stesso che li si chiami “completini” e non “completi” mi disturba. Possiamo dircelo con sincerità care amiche, questo regalo ci ha stufato. Non perché la lingerie non abbia un suo fascino, ce l’ha eccome! Dobbiamo però viziarci di più perché ce lo meritiamo tutte ed è per questo che il dessous ce lo compriamo noi o, se dobbiamo riceverlo in dono, che sia perlomeno di La Perla.
Buono a sapersi
“Optiamo per un buono regalo, così facciamo una cosa utile”. È vero che questa opzione è molto comoda quando si è in tanti e quando si ha paura di sbagliare. Appurato ciò, è altrettanto vero che trovo questa formula alquanto spersonalizzante. Penso che un regalo non debba essere per forza utile, necessario. Un regalo deve e può essere qualcosa di superfluo, l’importante è che sia pensato per chi lo riceve e non sia fatto a caso. E, ad Elisa Fuksas, che ha intitolato il suo romanzo “Non fiori ma opere di bene”, dico che i fiori li vorrei. Magari non a San Valentino, ma li vorrei.
Caccia al tesoro
Notoriamente a Milano si riesce sempre a trovare tutto: il pesce freschissimo, la pizza buona, i corsi di teatro e chi ti insegna a dipingere. C’è però una cosa che in questa città nessuno trova mai, avete capito di cosa sto parlando? Il tempo. Il tempo è finito, o quasi. Si nasconde negli angoli delle nostre case, sotto le scrivanie degli uffici, nei bagni dei bar. Quando lo trovo lo acchiappo e lo tengo stretto. E ho deciso che lo terrò ancora più stretto, lo userò per le cose che piacciono a me. Per Natale non andate alla Rinascente, frugate sotto le vostre scrivanie, trovate il tempo che si è nascosto e regalatelo alle persone a cui volete bene. È importante.