Modus, Modi
Non c’è cosa più milanese della settimana della moda: la bela Madunina non si offenderà, anche lei si sta preparando a brillare ancor di più per la fashion week in arrivo.
Mie care lettrici e miei cari lettori, noi questa volta non proveremo ad anticipare le tendenze che vedremo sulle passerelle. Noi risaliamo il fiume controcorrente, come salmoni, parlando un po’ di quello che ci piacerebbe non vedere alle sfilate e soprattutto per le strade di Milano.
Fan Fact
Adoro le piume e ritengo che, se indossate sul/con l’abito giusto, queste ultime possano essere davvero chic. Dive del cinema muto, protagoniste dei romanzi di Fitzgerald, icone pop come David Bowie hanno scelto le piume per essere uniche e favolose.
Premesso ciò possiamo, a parer mio, affermare che ci siamo un po’ stufati di vedere piumaggio colorato dappertutto: bordi di abiti corti, maniche, corpetti e chi più ne ha più ne metta. La cosa peggiore non è però questo gran tripudio, ognuno è libero di vestirsi come gli pare e piace, diritto sacrosanto e inalienabile. La cosa che più mi turba è che, spesso e volentieri, queste piume sono cucite su abiti di poliuretano. Quegli abiti che, se sfregati tra loro, prendono fuoco (direi utilissimi per le vostre scampagnate con gli scout).
Morale della favola? Le piume indossatele pure, ma scegliete accuratamente i pezzi su cui investire. Potreste rischiare di assomigliare più ad uno Swiffer Duster vivente che alla marchesa Luisa Casati nei quadri di Boldini.
Pedalare e sorridere
Quando sono giù di morale una delle mie zie più care mi dice sempre: “Cara Lauretta, ricordati che nella vita bisogna pedalare e sorridere”. Questa frase, nella sua semplicità, sta a significare che, anche nei momenti più difficili, dobbiamo cercare di assumere un atteggiamento positivo. Non sono qui a parlare di vibrazioni positive e di comportamenti da seguire, lungi da me. Questa citazione mi serve soltanto per introdurre il prossimo argomento: il look da ciclista.
Allora qui i casi sono due, o abbiamo tutti una zia come la mia e abbiamo preso alla lettera il suo consiglio (pedaliamo e lo facciamo anche con il look più adatto) o la situazione sta sfuggendo di mano.
Sì, anche io ho dei bermuda da ciclista e mi piacciono un sacco. Come dimenticare le fotografie di Diana in ciclisti bianchi e felpa?
È bello indossarli anche con una camicia oversize, blazer, pump etc. Trovo però un po’ di cattivo gusto che questo tipo di “pantalone” venga usato anche in occasioni più formali. Non si tratta di avversione al cambiamento o negazione di libertà di espressione nel vestire. Si chiama buon gusto. Evviva lo sport, evviva i bermuda ciclisti, evviva i ciclisti. Per l’esame di diritto penale però, fossi in voi, penserei a qualcosa di diverso…
Vivere a colori
Capita anche a voi di avere mal di testa quando in radio parte “Vivere a colori” di Alessandra Amoroso? Questo brano del 2016 mi ha quasi fatto perdere l’udito. Amanti del pop italiano, lapidatemi in pubblica piazza.
Pur non amando questa canzone ho deciso di prendere in prestito il titolo per parlare del terzo trend che vorremmo finisse: l’abbinamento ad cavolum dei colori.
Anche stavolta cercate di contestualizzare ciò che dico: amo i colori, amo gli abbinamenti audaci, sono una fan del blu con il nero, del rosso con il rosa e via dicendo. Credo anche che vestirsi in maniera colorata sia una scelta coraggiosa, gioiosa, significativa. Credo pure però che, prima di uscire di casa, ci si debba chiedere: “Ma la gonna di tulle giallo evidenziatore abbinata al top etnico Desigual e alle scarpe viola con gli Swarovski non sarà un tantino brutto?”. Anche qui la libertà è fondamentale. E lo è pure quella degli altri: vedere tali accostamenti nei look cittadini può causare incidenti ai semafori ed infarti.
Coco Chanel una volta ha detto: “Prima di uscire, guardati allo specchio e levati qualcosa”. Beh, in casi del genere credo avrebbe detto: “Prima di uscire, guardati allo specchio e levati tutto”.
Buona settimana della moda a tutti, preghiamo.